Lo spettacolo verrà rappresentato venerdì 23 febbraio alle ore 20,45 presso la Casa del Teatro Ragazzi e Giovani di Torino, corso Galileo Ferraris n. 266. Al link seguente si trovano le informazioni e la possibilità di acquistare il biglietto.
https://casateatroragazzi.it/spettacoli/il-gigante/
Sabato 24 febbraio alle ore 21 presso il Teatro Incontro di Pinerolo (via Federico Caprilli 31), nel cartellone della stagione teatrale pinerolese, verrà rappresentato Il Gigante, tratto dal mio libro La leggenda del re di pietra (Araba Fenice, 2022). Al link seguente si trovano le informazioni e la possibilità di acquistare il biglietto.
https://piemontedalvivo.it/cartellone/?season=Pinerolo&type=stagione
La violenza sulle donne ha molte cause, alcune delle quali non facilmente riconosciute. Una di queste è il consumismo, e l'educazione consumistica che ne è derivata.
Per approfondire questo tema, segnalo il mio articolo comparso sul sito della Fondazione Hume:
https://www.fondazionehume.it/author/silvia-bonino/
Buona lettura!
Si parla molto in questi giorni delle violenze sessuali di gruppo su giovani donne. I commenti sono spesso superficiali, quando non addirittura di giustificazione più o meno velata.
Purtroppo il fenomeno non è certo nuovo. Come ho mostrato in Amori molesti. Natura e cultura nella violenza di coppia (Laterza, 2019), se si vuole affrontare davvero il problema, occorre agire sui fattori e stimoli culturali che favoriscono negli uomini l’emergere della disposizione primitiva, filogeneticamente antica, alla connessione tra sesso e aggressione, in un rapporto di dominanza del maschio sulla femmina. Solo la presa di coscienza dell’esistenza di tale disposizione, così come del fatto che la nostra cultura in molti modi la giustifica e la favorisce, può portare a un cambiamento reale e duraturo.
Sul tema specifico della violenza di gruppo segnalo il mio recente articolo comparso sulla rivista Mind:
Silvia Bonino, “L’istinto del branco”, Mind, 219, 50-55, 2023.
La psicologia dello sviluppo studia da più di un secolo con metodologie scientifiche lo sviluppo degli esseri umani non solo nell’età evolutiva (dalla vita fetale e dalla nascita fino all’adolescenza e giovinezza) ma lungo tutto il ciclo della vita. Essa ha elaborato, soprattutto negli ultimi cinquant’anni, alcune conoscenze di fondo che possono essere così brevemente sintetizzate:
Sulla base di queste premesse, ci chiediamo quale sia l’ambiente di sviluppo ottimale per un neonato. La risposta è che quest’ambiente è costituito dalla madre biologica e dal padre biologico, legati da un vincolo affettivo stabile; questo non certo perché la procreazione in sé garantisca la capacità di essere per i figli figure di attaccamento e genitoriali valide, ma perché la favorisce. Sono queste le condizioni a cui la filogenesi ci ha adattati al fine di assicurare non solo la sopravvivenza ma il migliore sviluppo, nella lunghissima infanzia degli esseri umani, che necessitano per molti anni di adulti accudenti e responsivi. Poiché questa condizione ambientale ottimale non sempre si realizza per le ragioni più diverse (morte, abbandono, rifiuto, ecc.) la società e i singoli hanno sempre cercato di offrire ai nuovi nati alternative per sopperire alla mancanza di uno o di entrambi i genitori. Occorre però essere consapevoli che non si tratta di condizioni ottimali, ma di rimedi, più o meno validi a seconda delle circostanze, a situazioni critiche e carenti.
Gli adulti – non importa se eterosessuali od omosessuali – che intenzionalmente procreano dei figli senza poter loro garantire, fin dal concepimento e dalla nascita, la presenza materna e paterna li privano fin dall’inizio della loro vita di un ambiente di sviluppo ottimale. Essi coscientemente accettano di non dare ai propri figli le condizioni più adatte a garantire il miglior sviluppo psicologico. Per questo, al di là delle dichiarazioni verbali, la loro scelta appare motivata non tanto dall’interesse del bambino ma dal proprio desiderio di avere un figlio.
Per queste ragioni, la tutela dei bambini richiede ai singoli di rinunciare a procreare, anche se oggi le tecnologie lo consentono, quando le condizioni di sviluppo a cui la filogenesi ci ha adattati non sono garantite fin dall’inizio della vita. Si tratta di riconoscere, a livello individuale e sociale, che il desiderio degli adulti non configura il diritto di avere un figlio. Più in generale, si tratta di riconoscere che il desiderio adulto non è onnipotente e che la realtà impone dei limiti. Questi sono evidenti e insuperabili nel caso di persone dello stesso sesso, poiché l’omosessualità è biologicamente sterile; la fecondazione può quindi avvenire, nel caso di una coppia di donne, solo con il ricorso al seme maschile, oppure, nel caso di una coppia di maschi, con il ricorso all’utero in affitto.
Rimane la necessità di tutelare i figli di quegli adulti che hanno intenzionalmente ignorato le esigenze di sviluppo dei bambini. Concordo con la scelta, operata nel nostro paese (Corte di Cassazione, 2019), di prevedere, in questi casi, la possibilità di adozione. Come psicologa dello sviluppo e dell’età evolutiva, non posso che disapprovare l’uso strumentale di questi casi per far accettare dall’opinione pubblica norme che non tutelano le necessità di sviluppo dei bambini fin dall’inizio della loro vita, necessità che sono ormai state ben individuate dalle scienze psicologiche.
Sul sito della Fondazione Hume trovate un mio intervento dal titolo:
Le diverse forme della primitiva dominanza maschile sulle donne: l'interazione tra natura e cultura
Come indica il titolo, in esso esamino le diverse forme della primitiva dominanza maschile sulle donne, con particolare attenzione a quelle più recenti. Come già fatto nel libro Amori molesti. Natura e cultura nella violenza di coppia (Laterza, 2019), la dominanza è considerata il risultato dell'interazione tra disposizioni biologiche primitive, non più adattive, e influenze culturali che le legittimano.
Stefano Rossetti, insegnante del Liceo "Maria Curie" di Pinerolo e redattore del blog "laletteraturaenoi" mi ha fatto un'intervista con numerose domande, di ampio respiro, che riguardano in particolare la scuola, l'uso delle tecnologie e le relazioni tra le persone che direttamente o indirettamente la vivono: i giovani, gli insegnanti, le famiglie.
Chi fosse interessato trova l'intervista al seguente link:
Il sito è di proprietà di Silvia Bonino, che lo aggiorna e gestisce autonomamente. E’ fatto pertanto divieto di copiare, modificare, caricare, scaricare, trasmettere, pubblicare, o distribuire per se stessi o per terzi per scopi commerciali il contenuto del sito se non dietro autorizzazione scritta di Silvia Bonino.