L’otto marzo è ormai entrato nell’immaginario collettivo come il giorno della festa delle donne. La data va quindi festeggiata proprio come si festeggiano le feste: con allegria, bellezza, condivisione e una robusta sottolineatura degli aspetti positivi. Quando si fa festa, si mostra la casa al meglio, ci si veste per l’occasione, ci si riunisce per rafforzare i legami; anche un po’ di esibizione non gusta. Non vergogniamoci dunque di fare questo, come donne, il giorno dell’otto marzo. Non è ipocrisia: non si tratta di fare finta che tutto vada bene e che la condizione delle donne sia ottimale. Si tratta, invece, di sottolineare e mettere in mostra quanto di positivo le donne hanno raggiunto e vivono ogni giorno, in famiglia, nel lavoro, nella comunità.
Nelle terapie cognitivo-comportamentali si chiede alle persone di elencare quanto di positivo hanno fatto e stanno facendo nella loro vita: è un passaggio decisivo per credere in se stessi e non abbandonarsi al pessimismo e alla passività che inevitabilmente ne consegue.
Il giorno dell’otto marzo dovrebbe essere l’occasione per ogni donna per fare questo stesso esercizio, con determinazione e orgoglio. Ben vengano, quindi, anche le mimose, come segno dell’apprezzamento degli altri, uomini o donne che siano.
Buona festa!
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