Il Capodanno del 2016 non è stato funestato dagli assalti contro le donne che erano avvenuti a Colonia e in altre città della Germania, ma anche di altri Paesi, nel Capodanno dell’anno precedente. Il buon risultato sembra essere il frutto di massicce misure di polizia, sia preventive che repressive. Rimane quindi aperta la questione di come alcune conquiste di libertà delle donne europee, come uscire da sole, suscitino ancora in una parte della popolazione maschile reazioni di violenza predatoria. Questi comportamenti riguardano sia alcuni uomini europei, per i quali la libertà di movimento delle donne non è ancora del tutto un dato acquisito, sia immigrati provenienti da paesi in cui sono radicati, a livello culturale, modelli di dominanza e sottomissione tra uomini e donne e in cui la supremazia maschile è la norma. Questi modi di agire trovano origine, a livello biologico, nella parte più arcaica del nostro cervello, vale a dire in quella rettiliana, nella quale la sessualità maschile è connessa alla dominanza sulle femmine e sugli altri maschi. Questa non è certo una giustificazione, poiché si tratta di disposizioni preumane che non hanno più, per noi, alcuna utilità e valore adattivo. Purtroppo però alcune culture continuano colpevolmente a legittimarle. La nostra cultura cerca con fatica di promuovere tra uomini e donne relazioni basate sulle disposizioni affettive e sul riconoscimento della comune umanità, che hanno fondamento nel cervello emotivo e nella neocorteccia. Le sue conquiste, molto imperfette, sono fragili e vanno difese e tutelate con fermezza. Il lavoro educativo da fare per sviluppare relazioni paritarie è enorme e non deve cessare mai. Per incidere su atteggiamenti e comportamenti non basta il richiamo ai principi, ma va attuata un’educazione emotiva dell’intero cervello, che non incoraggi le risposte più automatiche e ormai disadattive, e favorisca quelle specificamente umane.
Per saperne di più: Silvia Bonino, Amori molesti. Natura e cultura nella violenza di coppia (Laterza, 2015)
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