In un articolo comparso nel 2011 (Donne, non più solo femmine, Psicologia Contemporanea, n. 225 maggio-giugno) sottolineavo la diffusione nel nostro paese dei messaggi sessualizzati e degradanti la
donna, maggiormente presenti nella televisione e nella pubblicità italiane, rispetto a quelle europee. Tra le possibili cause di questo fenomeno, che favorisce la violenza contro le donne, individuavo la minore evoluzione in senso paritario della nostra mentalità, che, in un giro vizioso, rischia di cristallizzare la società italiana in una visione primitiva del ruolo femminile. Anche se è passato più di un lustro, la situazione non sembra essere sostanzialmente mutata e oggi, alla televisione, dobbiamo aggiungere la pervasività di internet.
E’ quindi importante ribadire il ruolo decisivo che le donne, per prime, possono svolgere nel processo di mutamento, rifiutando un’immagine femminile ridotta a puro ruolo sessuale e dissociandosi da tale modello. In concreto: esprimendo ad alta voce il loro dissenso e rifiutando certi acquisti. E’ solo dalle donne che può venire un’azione efficace per arginare il diffondersi di un’immagine che si ritorce contro di loro e che le imprigiona in un ruolo subordinato.
Per saperne di più: S. Bonino, Amori molesti, Laterza, Roma Bari 2015
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